Progetti BRI in Brasile: un porto all'imbocco del Rio delle Amazzoni


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Con la cancellazione del TPP, il sudamerica è alla ricerca di nuovi partner commerciali. Nonostante la distanza geografica, la Cina con la BRI offre l'opportunità perfetta.

Tra l’Asia e il continente Americano c’è un oceano di distanza, con collegamenti non semplici e differenze culturali notevoli. Tuttavia, Pechino sta tentando di coinvolgere anche nazioni latine, in particolare centro e sud-americane nella Belt and Road Initiative. L’ambizioso progetto di “raddoppio” del Canale di Panama è solo un esempio. Tra le nazioni più in crescita dell’area c’è senza dubbio il Brasile che, sebbene ancora scosso dai recenti scandali politici, ha un’economia in crescita ed è, insieme alla Cina, nel club dei paesi “Brics”. Il governo cinese investe nella regione oltre 200 miliardi di dollari, dei quali almeno 50 in Brasile. Il momento è peraltro propizio: l’isolazionismo di Donald Trump e la cancellazione da parte degli USA della Trans-Pacific Partnership (TPP) apre praterie per chi vuole commerciare tra le due sponde dell’oceano Pacifico, bypassando Washington. Pochi mesi fa, a margine di un incontro bilaterale, Yang Song, un funzionario dell’Ambasciata Cinese in Brasile, ha dichiarato al “Folha de Sao Paulo” che “mentre qualcuno negli USA sta chiudendo le proprie porte, noi le stiamo aprendo.”
A favorire la nascita di un humus positivo per gli scambi, anche alcuni investimenti in infrastrutture, alcuni dei quali potrebbero fare gola ad investitori e aziende italiane. Nello specifico, un nuovo progetto nel Nord del Brasile punta alla costruzione di un porto e di un complesso industriale connesso per la produzione di carta, gas, acciaio e per il movimento di cargo, con potenziale di costruzione di una linea ferroviaria e stradale per aumentarne la connettività. Il nuovo porto verrebbe costruito nello Stato di Amapà, dove l’attuale porto di Santana non offre margini di crescita sufficienti. Il progetto è stato pensato per essere realizzato leggermente a nord della città di Macapà, capitale dello Stato all’imbocco del delta del Rio delle Amazzoni. La regione è ricca di piantagioni di eucalipto ed è una grande esportatrice di carne, oltre a soffrire di una carenza di approvvigionamenti energetici e di carburante. Tutte dinamiche che renderebbero la costruzione di un nuovo porto utile. I profitti calcolati dalla produzione ed esportazione di polpa e carta sarebbero di 30 milioni di dollari all’anno, con in generale una produzione di valore totale pari a circa 82 miliardi di dollari, con margini di profitto del 50-60%.
Il porto, localizzato in un’area privata, avrebbe profondità di 14 e 22 metri e disterebbe 20 km dall’attuale linea ferroviaria e 10 km da quella autostradale (BR-156), che congiunge Macapà a Cayenne, la capitale della Guyana Francese. Macapà è la quinta città più ricca del Nord del Brasile, con un tasso di crescita notevole e una quantità di materie prime che le garantisce un futuro roseo.
La Cina, il cui settore manifatturiero è sempre alla ricerca di materiali, ha investito da anni nei porti brasiliani. Lo scalo di Açu, fondato circa 12 anni fa ed ora di proprietà della compagnia americana EIG Global Energy Partners, è detto “l’autostrada per la Cina”, per via del quantitativo di materiale che parte alla volta dell’Oriente. Nel 2016 e nel 2017 gli investimenti che vedono protagoniste compagnie cinesi in Brasile hanno superato i 10 miliardi di dollari di valore. Se a Pechino servono le materie prime della nazione più grande del Sud America, a Brasilia fanno comodo gli investimenti in infrastrutture, da tempo un ostacolo alla crescita del paese, spesso anche per ragioni puramente geografiche. In un momento in cui i suoi alleati storici nella regione, Venezuela ed Ecuador, non se la passano particolarmente bene, la flessione del Brasile può offrire alla Cina un nuovo amico a sud dell’Equatore, con reciproci vantaggi di cui potranno godere anche numerosi altri investitori internazionali.
Maggiori informazioni sul progetto relativo al porto nello stato di Amapà sono disponibili a questo link.


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